Revisione della caldaia 2020 e sanzioni per chi si dimentica

La revisione della caldaia e il controllo dei fumi sono obbligatori e non sono a buon mercato, ma può costare molto di più se si omette di farlo.

Effettuare la revisione periodica della caldaia è diventato oggi più complicato e costoso di quella dell’automobile. L’operazione è obbligatoria e a doversene preoccupare è il proprietario della caldaia che periodicamente deve sottoporre a revisione l’impianto da parte di tecnici specializzati.

Per chi omette di revisionare la caldaia del proprio appartamento o del condominio scattano sanzioni che vanno da un minimo di 500 a un massimo di 3.000 euro per violazione di norme sulla sicurezza.

E’ quindi importante sapere e ricordarsi di effettuare periodicamente la revisione della caldaia, così come riportato sul libretto di manutenzione.

I controlli sulla caldaia

Ma veniamo ai dettagli. In cosa consiste esattamente la revisione della caldaia? Esistono due tipi di controlli sulla caldaia a combustione che sono diversi tra loro. Il primo riguarda la manutenzione ordinaria dell’impianto e di tutte le parti meccaniche e termiche della caldaia che comprende, in certi casi, anche la sostituzione di filtri, valvole e il controllo dell’impianto idrico. Il secondo  riguarda l’efficienza energetica e attiene al controllo dei fumi di scarico, come avviene per le marmitte catalitiche delle automobili. E’ il cosi detto bollino blu che certifica che la combustione del gas o del gasolio avviene correttamente e non vi sono rischi di incendi o esplosioni.

Revisione ogni 1 o 2 anni

Entrambi i controlli sono obbligatori per legge, ma possono avvenire in modi e tempi diversi a seconda del tipo di caldaia installata, della potenza e se interessa un appartamento o un intero edificio. In ogni caso, i controlli da effettuarsi sono di due tipi, come abbiamo visto, e la periodicità è stabilita dal costruttore riportata  sul manuale di installazione. Di solito e per la maggior parte delle caldaie in uso negli appartamenti domestici va fatta una volta all’anno, ma potrebbe anche essere biennale per gli impianti più moderni ed automatizzati.  Il bollino blu sulle emissioni invece va controllato generalmente ogni due anni per le normali caldaie, ma per la scadenza bisogna sempre fare riferimento al manuale di installazione. Per gli impianti con potenza installata superiore a 100 Kw e che usano combustibile liquido al posto del gas, la scadenza è normalmente fissata ogni anno.

Chi deve revisionare la caldaia

Generalmente la responsabilità revisione della caldaia in appartamento è di competenza del proprietario (o dell’amministratore del condominio), ma se questi è dato in locazione se ne dovrà occupare l’inquilino a proprie spese. Salvo diversi accordi fra le parti che possano contemplare la ripartizione dei costi o assolvere l’inquilino dal pagamento. In ogni caso, per legge, la responsabilità spetta al proprietario della caldaia che dovrà preoccuparsi che tutto sia a norma. Esiste infatti un apposito registro regionale degli impianti termici in cui sono riportati tutti i dati anagrafici del proprietario e quelli tecnici della caldaia con lo scadenzario della revisione periodica in base al tipo di impianto. E’ cura del tecnico termo caldaista registrare i dati e aggiornarli periodicamente dopo aver effettuato la revisione e aver apposto sul libretto il visto di conformità o bollino blu che ne attesta l’efficienza energetica .

Le sanzioni

Qualora non venisse aggiornato il registro nei tempi e nei modi previsti, scatteranno le sanzioni che vanno da un minimo di 500 a un massimo di 3.000 euro. Oltre a ciò, il proprietario della caldaia dovrà pagare anche le spese per la revisione e manutenzione della caldaia, variabili in base al tipo di impianto e alla potenza installata. Il rischio di multa è presente anche nel caso in cui l’inquilino o il proprietario non abbia il libretto di impianto: in questo caso, la sanzione sarà di una cifra compresa tra 500 e 600 euro. Controlli potranno essere effettuati a campione per i proprietari di caldaie che non hanno registrato la revisione (bollino blu) e che quindi dal registro regionale non risulti aggiornato l’impianto. Qualora si decida di non utilizzare più la caldaia, è necessario comunicarlo al termo caldaista che provvederà a sigillare l’impianto.